Monumento ai carabinieri vittime della Strage di Passo di Rigano. Sette giovani, un solo destino
Una cerimonia nel giorno del 76° anniversario
Si è svolta questa mattina, in un clima di profonda commozione, la cerimonia per il 76° anniversario della Strage di Passo di Rigano, l’attentato che il 19 agosto 1949 costò la vita a sette giovani Carabinieri del 12° Battaglione “Sicilia”, vittime di un agguato della banda di Salvatore Giuliano.
Quel giorno, dopo l’attacco alla Stazione dei Carabinieri di Bellolampo, un reparto di sessanta militari si era messo in marcia per un rastrellamento nella zona rurale. Durante il rientro, intorno alle 21:30, un ordigno esplosivo fece saltare in aria l’ultimo autocarro della colonna, su cui viaggiavano il Tenente Ignazio Milillo e 17 Carabinieri. L’esplosione uccise sette militari, tutti poco più che ventenni: Giovan Battista Aloe, Armando Loddo, Sergio Mancini, Pasquale Marcone, Gabriele Palandrani, Antonio Pubusa e Ilario Russo.
Alla commemorazione odierna hanno preso parte le massime Autorità civili e militari. Presenti, tra gli altri, il Prefetto di Palermo, Massimo Mariani, il Generale di Brigata Ubaldo Del Monaco, Comandante della Legione Carabinieri “Sicilia”, il Generale di Brigata Luciano Magrini, Comandante Provinciale, l’Assessore comunale Brigida Alaimo e il Tenente Colonnello Filippo Lo Franco. Accanto a loro, l’Ispettore Regionale dell’Associazione Nazionale Carabinieri “Sicilia”, Ignazio Buzzi, con una rappresentanza di soci.
La cerimonia si è aperta con la lettura della motivazione della Medaglia d’Oro al Merito Civile alla memoria, conferita ai sette caduti, seguita dalla deposizione di una corona d’alloro ai piedi del cippo commemorativo. Un momento di preghiera, guidato dal Cappellano militare Don Salvatore Falzone, ha raccolto i presenti in silenzioso raccoglimento.
Nel suo intervento, il Generale Del Monaco ha sottolineato il valore del ricordo: «Abbiamo il dovere di ricordarli, perché ricordarli significa onorare il loro coraggio e riconoscere il loro sacrificio, a presidio della legalità e della libertà. Il ricordo di Passo di Rigano non deve restare una pagina agghiacciante del passato, ma trasformarsi in una forza collettiva e in un modello cui ispirarci».